Secondo alcuni documenti conservati all'Archivio ANPI di Massa, fu proprio il 1 febbraio del 1945 che furono ufficializzati gli attraversamenti della Linea Gotica da Antona, grazie al sostegno del gruppo "Patrioti Apuani", che nell'inverno tra il 1944 e il 1945 si occupò di regolamentare il passaggio del fronte. Fin dal settembre del '44, infatti, molti abitanti della provincia di Apuania (così era stata ribattezzata la provincia di Massa Carrara) tentarono di raggiungere le zone liberate passando prima dalle colline di Strettoia, poi lungo un sentiero più a monte. Secondo la testimonianza di don Giuseppe Vagli, sacerdote di Montignoso, i sentieri scelti furono minati dai tedeschi, e fu quindi necessaria l'apertura di un passaggio vicino al monte altissimo. La via aperta fu utilizzata fino alla Liberazione, ed era attraversata non solo dagli abitanti di Apuania, ma anche da chi proveniva dal nord Italia, oppure da ex militari che cercavano di rientrare a casa. Inizialmente, i profughi erano accompagnati da Guide Alpine, che chiedevano un caro pegno per attraversare le montagne; fino a che, a partire dal 20 gennaio del '45, il passaggio fu regolamentato dai Patrioti Apuani, che istituirono un luogo di raccolta e un ufficio tappa ad Antona.
Attraverso il passo del Pitone, i profughi raggiungevano la parete sud del Monte Altissimo (in foto), per poi arrivare ad Azzano. Nei pressi di Azzano, quindi, essi erano presi in consegna dai partigiani del gruppo F3, per essere condotti nel Palazzo Mediceo di Seravezza (liberata nell'autunno del '44, come Pietrasanta), dove trovavano accoglienza.
Come spiega Giovanni Cipollini, il controllo dell’attraversamento del fronte si rese davvero necessario, perché si erano verificati casi di abbandono di profughi da parte di alcune guide spaventate dagli spari delle pattuglie tedesche. L’organizzazione serviva dunque a mantenere la sicurezza delle guide e dei gruppi di profughi, oltre che per prevenire l’operato dei malviventi. Gli incarichi principali furono affidati al dottor Roberto Mariani, magistrato di Carrara, che si occupava dell’aspetto amministrativo, insieme al signor Stefanini ed alla maestra Altea Battistini, e al partigiano “Vinci”, che aveva il comando militare.
Così si legge nella relazione del partigiano "Vinci"
su questo importante compito:
«20 gennaio: comincia ad Antona l’affluenza di civili che arrivano da ogni parte d’Italia per attraversare le linee. A questi si aggiungono i militari disertori che fanno capo ai Comandi Partigiani. Fino ad ora il passaggio del fronte è condotto da guide montane, la maggioranza delle quali lo fa per lucro e quindi per passare occorrono cifre favolose. Come logica conseguenza la gente povera non passa. Si verificano poi spiacevoli episodi, come sparizione di bagagli, abbandono di bambini, falsi allarmi, in punti scabrosi con panico generale, aggressioni a mano armata, tutti episodi che arrivano per via diretta o indiretta al comando della IV Compagnia. Il comandante Vinci per eliminare ciò decide (naturalmente su incarico del comando dei “Patrioti Apuani” nda) di intervenire direttamente assumendosi l’onere del passaggio. Ottiene dal CLN a Carrara un fondo di lire trentamila per iniziare ed un quantitativo di farina che viene mandato con un carro ogni dieci giorni ad Antona.
Ora tutti possono attraversare le linee e lasciare questo inferno, anzi coloro che arrivano affamati e laceri vengono assistiti dalle suore dell’asilo di Antona che sono incaricate dal comandante Vinci di accogliere i poveretti , prima donne e bambini, e somministrare loro una minestra calda e pane. Chi ha disponibilità di denaro versa al comando lire 500 per passare, lire 1300 per un portatore di bambino, lire 1000 per un portatore di zaino.( Naturalmente, nulla era chiesto a chi non aveva denaro e le somme raccolte servivano per procurare cibo e materiale per assistere i profughi nda). Ogni due ore, durante la notte, partono da Antona squadre di 30-35 uomini con tre guide: una in testa, una a metà ed una in coda. Al capo guida vengono consegnate due note dei passanti firmate dal comandante Vinci, come da accordi presi col comando alleato di Seravezza; una di queste resta al comando avanzato Alleato - compagnia “Falco” - e l’altra viene riportata al comando di Antona firmata dal caposquadra del posto avanzato il quale ha il compito di segnalare incidenti se vi sono stati e di controllare tutti i nominativi della lista. Una pattuglia di otto uomini staziona tutta la notte in cima al passo sorvegliando e le mosse del nemico, controllando e proteggendo le squadre passanti. Ogni tanto qualche civile, sordo alle parole delle guide, esce dalla file ed inciampa nelle mine che giornalmente vengono messe dai Tedeschi; la pattuglia allora accorre e quando è possibile lo porta a spalla ad Antona da dove viene mandato al pronto soccorso di Massa. Spesso i Tedeschi, attirati dal rumore dei passanti, fra cui vi sono molti passanti, attaccano la nostra pattuglia ed i passanti. In questi scontri muore il comandante di plotone Mosti Guglielmo e molti altri partigiani; muore il tenente inglese Patrich che ritornava da una missione di guerra. Dal 20 gennaio al 25 di marzo passano così 3500 civili e militari disertori».
Da "Relazione dell'attività svolta dalla 4^ compagnia "Mario Paolini" del Gruppo Patrioti Apuani", Archivio ANPI di Massa, in
Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in Territorio apuoversiliese.
Si ringrazia l'ANPI "Gino Lombardi" di Pietrasanta.
IL FILM: La via della Libertà, di Piero Orlandi
FONTI:
- "Relazione dell'attività svolta dalla 4^ compagnia "Mario Paolini" del Gruppo Patrioti Apuani", in Archivio ANPI di Massa
- Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in territorio apuoversiliese, in "La Linea Gotica - Settore Occidentale 1943-45", a cura di Istituto Storico Lucchese - sezione di Borgo a Mozzano, Atti Convegno (Borgo a Mozzano, 9 maggio 2004).