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LA STRAGE DI SANT'ANNA - Mario Marsili

Per non dimenticare gli orrori avvenuti durante la strage del 12 agosto 1944, rinnoviamo l'appuntamento con le testimonianze di chi è sopravvissuto. E' la volta di Mario Marsili, che all'epoca dei fatti aveva appena 6 anni.

Potete trovare questa e tutte le altre testimonianze nelle sale del Museo Storico della Resistenza di Sant'Anna di Stazzema (di cui abbiamo parlato in questo articolo) accompagnate dalle fotografie di Oliviero Toscani.

 

 

"Sono nato a Pietrasanta il 14 aprile 1938.

Ero sfollato con la famiglia, mio padre, i miei nonni, i miei zii a Sant'Anna di Stazzema.

Tutto si è verificato il 12 di agosto.

La mattina, alle ore sei, sono venuti questi tedeschi, ci hanno preso, ci hanno portato nella stalla, dove poi ci hanno dato fuoco.

Mia madre, naturalmente, mi mise dietro, a cavalcioni, dietro una porta dove c'erano due massi e io ci rimasi per l'intera giornata. Vidi mia madre naturalmente, colpire... colpire con lo zoccolo, l'unica "arma" che aveva, lo zoccolo.

Colpì il tedesco. La mamma era dentro, però per la paura, forse, che questi tedeschi mi vedessero, lei s'è precipitata verso la porta, perchè vedeva questo tedesco che entrava dentro e, entrando dentro, m'avrebbe visto.

Quando video questo tedesco entrare, tirò lo zoccolo e lo colpì alla testa.

E questo poi, questo tedesco le tirò una raffica di mitra e morì... E morì.

Questo è tutto il mio racconto.

Poi fui... poi fui salvato, nel tardo pomeriggio.

Fui salvato da diverse persone. Mi portano all'ospedale di Valdicastello, dove ebbi le prime cure, perchè ero tutto bruciato e poi mi portano a Marina di Pietrasanta, dove c'erano delle suore e di lì riebbi le cure essenziali. E piano, piano riuscii a rientrare... insieme con tutti, con gli altri ragazzi. Piano, piano entrai nella scuola..

Ora ho sessantacinque anni, spero di non dimenticare più queste cose e spero che le guerre non avvengano più e che ci sia la pace.

Meno male che a Sant'Anna è venuto questo "Parco della Pace" che ora interverranno tutti questi popoli.

Frai i quali sia il popolo tedesco, sia il popolo ebraico, sia il popolo israeliano.

E che vengano, naturalmente, la tranquillità e non le guerre.

Non ho idea di chi può essere stato di questi tedeschi. Perciò io non so se un domani mi trovassi davanti questo tedesco, che può aver ammazzato mia madre, non so cosa farei.

Cosa... cosa penserò di fare in quel momento.

Non so se saprò perdonarlo oppure... agire diversamente.

Sopratutto bisogna che ci sia la memoria, questa memoria.

Che questi insegnanti insegnino ai propri ragazzi quello che è avvenuto e che non si riuscirà, mai più, a cancellarlo.

Vorrei che gli insegnati delle scuole insegnassero ai propri ragazzi che non ci devono essere più guerre e che non si può più verificare quello che è accaduto a Sant'Anna e che sta accadendo in altri posti del mondo, in questo momento."

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