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14 Marzo 1944 - Attacco fascista in Lunigiana


Il 14 marzo 1944 la rappresaglia fascista si scatenò prestissimo. Nei monti di Bagnone, i militari della Mas attaccarono una brigata partigiana (composta da russi e italiani) e uccisero tre ribelli, fecero otto prigionieri e li portarono prima a Bagnone e poi a Pontremoli dove furono interrogati. Il loro viaggio verso la morte iniziò da lì, furono condotti a Migliarina (La Spezia), e poi di nuovo in alta Lunigiana, attraverso tutta la linea ferroviaria, fino a Valmozzola dove i fascisti li uccisero il 17 marzo 1944.


Un unico sopravvissuto, graziato all’ultimo momento per la sua giovane età e grazie all’azione persuasiva messa in atto dagli altri condannati, che convinsero il comandante del plotone a risparmiare il giovane il quale, a loro dire, nulla aveva a che fare con il movimento partigiano. Tra i fucilati, due disertori russi che si erano uniti al movimento di Liberazione. Si trattò della prima azione di rappresaglia fascista nel parmense contro uomini della Resistenza.


Nello stesso giorno, sempre la XªMas, assieme ai tedeschi, compirono un rastrellamento in alta Lunigiana e nel parmense, uccidendo tre civili a Pontremoli tra cui Fermo Ognibene, comandante del battaglione “Picelli”.

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