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20 Marzo 1945, La via della Libertà


Nel 1945, lungo il sentiero che collega Antona ad Azzano nelle Cinque Terre, passarono migliaia di persone sotto la supervisione dei Patrioti Apuani della IV Compagnia guidati da “Vinci” Nicodemi (comandante Uberti).

Lungo questo sentiero, meglio conosciuto come “Via della Libertà”, profughi, soldati, antifascisti, militari alleati e bambini portati in spalla passavano per raggiungere territori dove la guerra era meno presente.

La via della libertà era un sentiero molto pericoloso da intraprendere, ma rappresentava un’alternativa per sfuggire alle rappresaglie tedesche. Durante l’attraversamento le persone venivano aiutate dai partigiani, che garantivano l’assenza di spie in cambio di una piccola ricompensa in denaro.

Il 20 marzo del 1945 Pietro Del Giudice (1914), comandante dei Patrioti Apuani, insieme a Arnaldo Pegollo (1919), comandante della III compagnia, e Plinio Palla, ufficiale dello Stato Maggiore, si recarono a Palazzo Ducale a Massa per avere un colloquio con il comandante delle forze tedesche della Linea Gotica sul versante occidentale, per accertarsi che i civili non fossero attaccati dai tedeschi durante il passaggio.

A seguito di questo colloquio, partirono diverse ispezioni di controllo, tra cui quella effettuata ad Antona. Da questa verifica, il Comandate nemico scoprì che non erano presenti forze partigiane nel territorio.

Questa scoperta rese il comandante tedesco disponibile ad un accordo.

Solo in seguito scoprirono che il comandante, che aveva stipulato l’accordo, era stato rimosso dal suo incarico e al suo posto ne era subentrato un altro.

Il nuovo comandante non rispettò il patto preso il 20 marzo 1945 presso il Palazzo Ducale di Massa con le forze dell’ordine.

Così, sulla strada che varcava il fronte, verso quell’Italia libera, rimasero feriti molti partigiani protettori di altrettanti civili e profughi di guerra. Questo attacco macchiava con il sangue la Via della Libertà.

Fotografia sentiero Antona-Azzarro sulla Linea Gotica

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