Nel mese di Aprile molte città Lunigianesi vengono liberate dalle truppe Americane:
Massa
Il 10 Aprile 1945, un bombardamento da parte delle truppe americane della 473° fanteria vicino al Palazzo Ducale di Massa annuncia la fine della guerra, rimangono feriti in molti tra civili e partigiani, in questo attacco perde la vita Arnaldo Pegollo capo partigiano di Forno.
Oltre a Massa si vedono nei giorni successivi, coinvolte anche altre cittadine limitrofe, l’11 Aprile le bombe raggiungono Carrara, la quale era già stata liberata precedentemente.
Piazzale Palazzo ducale Massa
Il partigiano massese Ettore Teani, della formazione F3 combatte fino alla fine cercando di trovare una mitragliatrice tedesca nelle zone di Avenza come arma di difesa contro gli stessi tedeschi, ma purtroppo il 13 Aprile perde la vita. La guerra prosegue nelle zone di Ortonovo, Castelpoggio Magra, Fosdinovo e Fivizzano, i Nisei (un gruppo di Nippo-americani) guidati dal tedente Daniel Inouye (Senatore USA) passano via via nelle cittadine per portare libertà durante il loro passaggio ci sono diversi scontri e vedono perdere parecchi membri della loro squadra.
Ci sono combattimenti anche nei paesi Casola, Comano e Licciana con la cattura di centinai di soldati tedeschi e repubblichini, fino al raggiungimento di Pontremoli il 27 Aprile del 45’, contemporaneamente anche Milano viene liberata.
Pontremoli
Il 12 Aprile 1945 il CPLN (Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale) nomina prefetto Pietro Del Giudice, un frate domenicano capo dei Patrioti Apuani, divenendo uno dei Prefetti della Liberazione.
Terminata la guerra il nostro territorio era ferito sia socialmente che economicamente. La zona industriale di Massa era completamente rase al suolo, l’agricoltura non aveva più terreni coltivabili a causa delle mine, ci volle un’opera di risanamento, che portò la perdita di molte persone tra cui molti bambini
Da Settembre 1944 la popolazione era stata fatta evacuare dai tedeschi una parte a Carrara e l’altra sui monti; terminata la guerra molti civili rientrano nelle proprie abitazioni massacrate dalle bombe e dalle mitragliatrici. Le persone si avventuravano tra le macerie raccogliendo le loro cose. Nel centro città le strade erano bloccate da cumuli di macerie sopra le quali si passava. La vita in quel periodo non è semplice molte persone si sono messe a cercare elemosina per le strade, molti si sono spostati verso la Padania per cercare un po’ di fortuna.
Solo nella prima metà degli anni Cinquanta, con la ripresa della Zona Industriale, fortemente voluta dalle forze politiche e sindacali, e con la ripresa delle attività agricole, la vita ritrova un certo benessere.