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LA STRAGE DI SANT'ANNA - Federico Bertelli

Oggi condividiamo la testimonianza di Federico Bertelli, che all'epoca della strage di Sant'Anna aveva 33 anni .

Attraverso le sue parole, ancora oggi tristemente attuali, comprendiamo l'importanza che ha la memoria nell'evitare che ciò che è successo il 12 agosto 1944 si ripeta.

Il racconto, accompagnato dalle fotografie di Oliviero Toscani, è disponibile, insieme agli altri precedentemente proposti, presso il Museo Storico della Resistenza di Sant'Anna.

"Sono nato il 24 aprile 1911 a Sant'Anna di Stazzema. Mi ricordo che è morto mio padre quando avevo 16 anni. E' morto nel '27. Dopo io ho cominciato a comandare.

Eravamo cinque figlioli e ho cominciato a mandare avanti l'azienda. Ci s'aveva del terreno. Sennonchè dopo siamo arrivati all'agosto.


C'era la guerra e il 12 agosto 1944 successe la tragedia.


I tedeschi o chi e i tedeschi perchè, io ho sentito anche uno che diceva quando levavan la gente dal pero che li portavan sulla piazza della chiesa.. uno che diceva "Via! Via! Presto! Presto! Che è tardi!", quello era un toscanaccio! E fecero quello che hanno fatto.

Hanno ammazzato tutti i miei, fra e me e mia moglie abbiamo avuto quattordici familiari uccisi.

Io e mio fratello Dionisio eravamo. La mì mamma c'aveva svegliato la mattina presto perchè aveva visto che c'erano i tedeschi.

Siccome sapevam che, a Monte Ornato, avevano, nei giorni prima, preso gli uomini e l'avevano ammazzati. Mentre le donne niente. Così loro rimasero tutte in casa, noi si andò via.


Quando si ritornò, si trovarono tutti morti.


C'era rimasta la mia moglie, che era rimasta ferita. Gli spararono anche una seconda volta. E' rimasta ferita. E dopo ci siamo sposati.

La colpa lassù, di chi sia stata, ora, non si sa! Si dice che erano venuti perchè c'erano i partigiani. C'era una certa Bottari Severina, che era a Pietrasanta, lì con i tedeschi.

I partigiani, è vero, le avevino ammazzato il figliolo. Le' fu quella che mandò su questi tedeschi a fare quello che hanno fatto.

Tanto è vero che la casa dello zio di questa Bottari Severina non fu nè incendiata, nè bruciata. Niente.


Li avevano già radunati tutti, questa gente che era lì a Sennari.

Uno andò a visitare la casa di questo Bottari e non c'era più nessuno. Si salvarono tuti ,quelli: lo zio, i parenti di questa Bottari Severina.

Dopo l'eccidio si presero, si seppellirono tutti i miei, che erano lì, al Colle.


Li avevano ammazzati in un canalottolo. Si presero e si seppellirono, come ho già detto. Era rimasta la mia moglie, che era ferita e dopo, si portò a Valdicastello, all'ospedale.

C'era una bimba di otto mesi. Che colpa aveva quella?

Avessero preso gli uomini.. ma le donne e.. e i bambini! Io c'avevo un fratello che fu ucciso sulla piazza della chiesa, con la moglie e i suoi due figli, tutti e quattro.

Dopo il fatto noi si andò alla macchia, ai boschi. Non ci si stava più in casa.


E poi tutto passò e.. così è finita.

Questi ricordi sono giustissimi. [La cattiveria... è sempre una cosa cattiva.] Bisogna ragionare nella vita, non agire con armi. Poi, come le ripeto, una bimbina di otto mesi. Che colpa aveva, eh?... Lì fecero male anche a loro.

Speriamo che certe cose non si ripetano.


Mi sembra anche laggiù in Israele, come si ritroveranno?

Quando io li vedo dico "lì succede lo stesso come a Sant'Anna!". Pigliano a ammazzà e via! Un c'è pietà neanco laggiù, che hanno avuto anche un esempio. Ad ammazzare si creano ancora più... ancora più odi si creano.


Vedo che della cattiveria ce n'è sempre tanta in giro.

Speriamo che non venga in Italia. [Invece, anche ora, con tutti questi negrotti come ci ritroveremo? Questi negri qui, anche loro, vengano in su perchè laggiù.. magari soffrono un po' la fame. Ma anche quassù, se lavornano, qualcuno che lavora, mangia.

Ma quegl'altri? Se uno un trova lavoro? C'ha da rubare, c'ha da fare qualche cosa perchè gli altri mangian tutti. E via così... Auguriamoci che i nostri amministratori abbiano buon senso me sappiano guidare.


Ho fatto la quarta elementare. E po' anche la quinta. Però siccome ho già detto che ero senzai l babbo, non ci potevo andà sempre e avevo troppe assenze e non potetti prendere la licenza di quinta.

Se avessi preso la licenza di quinta... Eravamo cinque figliolie tutti lassù un si poteva stare, avevo fatto domanda per andare in Finanza. Andai a Livorno, dove sono i ""Quattro Mori". C'era un dottore e mi visitò per bene. "Oh!" disse, "Sei proprio perfetto! Un bel personale." Disse "Che licenza c'hai?" "C'ho la terza elementare". "Ahi, ahi, ahi!" mi disse "Un ti posso prende, allora". Se io avessi avuto la quinta elementare, ero un semplice finanziaruccio.


Grazie a Dio mi accontento. Perchè la fortuna mi è stata un po' favorevole.

Ho cominciato a commerciare, a lavorare.

E po' ho comprato questo stabilimento balnerare e mi sono un po' difeso così."


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