Come oggi, ricorre il rastrellamento a Forno avvenuto durante la festa patronale di S.Antonio; tutto procedeva tranquillamente la formazione partigiana conosciuta con il nome “Mulargia” scende giù per le montagne coglie l’occasione per stare assieme alle famiglie in paese, si stabiliscono nella Caserma dei Carabinieri per tenere meglio il controllo sulla situazione. Nulla faceva immaginare che durante la giornata si sarebbe scatenato l’inferno;nel cuore della notte il battaglione della 135° brigata da fortezza, un reparto di marina tedesco e una compagnia della X MAD circondano il paese senza farsi notare. Il giorno seguente alle prime luci dell’alba i tedeschi iniziano il rastrellamento distruggendo le case e facendo allontanare gli abitanti.
Lungo la strada vengono fatti incolonnare uomini, donne e bambini dove sono costretti a stare in piedi tutto il giorno. I più giovani vengono trascinati a forza nella caserma di loro cinquanta vengono fatti prigionieri e deportati in Germania, sessanta vengono trasferiti nella chiesetta di S.Anna e successivamente fucilati.
Il 13 Giugno 1944 a Forno si contarono sessantotto vittime di cui cinquantasei fucilate e dodici rimase uccise durante il rastrellamento, tra cui una donna, un bambino e il comandante partigiano Tito. Il ricordo di quest’ultimo viene onorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tra i fucilati rimase vittima il maresciallo dei carabinieri Ciro Siciliano, condannato per aver aiutato e sostenuto i partigiani anche a lui viene conferita la Medaglia d’Oro al merito Civile.