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La Repubblica partigiana di Montefiorino


Zone di influenza della Repubblica

La Repubblica partigiana di Montefiorino, facente parte delle zone montane della provincia di Modena e di Reggio Emilia comprese tra la confluenza del fiume Dragone e del Dolo nel Secchia e le zone reggiane tra il Passo del Cerreto e quello delle Forbici, è un territorio che durante la lotta di resistenza si dichiarò “libero”, e tale rimase dal 17 Giugno al 1 Agosto 1944. Viene spesso ricordata come la prima Repubblica autonoma durante l’oppressione nazifascista, ma così non è perché il primo esempio di governo libero appartiene alla Libera Repubblica di Corniolo, nell’appennino forlivese, e risale al 2 Febbraio 1944. Probabilmente quella di Montefiorino si è conquistata questo titolo perché fu la più grande ed una delle più importanti tra le “zone libere”.

In questi luoghi si erano radunati tantissimi resistenti, arrivati a seguito delle stragi avvenute in marzo nella zona di Monzuno e della fuga dalle pianure di giovani renitenti alla chiamata alle armi del Governo di Salò, e nei territori della futura Repubblica si trovavano i partigiani comunisti al comando di Mario Ricci (nome di battaglia Armando), che nel giro di un mese riuscì ad unire tutte le principali formazioni presenti sull’appennino modenese riuscendo a liberare paesi e respingere attacchi, costringendo le forze nemiche ad abbandonare molti presidi. Tuttavia, Montefiorino risultava essere ancora sotto il controllo repubblichino; il 18 Giugno Armando raggruppò le sue forze e dopo un vero e proprio assalto conquistò il paese. La notizia di questa nuova “nascita” giunse anche al comando alleato e questo, di concerto con le forze partigiane, decise di fare di Montefiorino un punto strategico per l’avanzata delle truppe verso la valle del Po e doveva anche fungere da contrasto a quella di Mussolini. I rappresentanti delle frazioni per costituire le nuove giunte amministrative vennero eletti dalle assemblee dei capi famiglia; a Montefiorino la giunta venne eletta il 25 Giugno 1944 e si insediò il giorno dopo, come Sindaco venne eletto Teofilo Fontana, uno dei primi protagonisti della Resistenza modenese. I rapporti con la popolazione, tuttavia, non sono privi di attriti: i partigiani in zona aumentavano ogni giorno, i livelli di disciplina e morale si abbassavano sempre di più e la popolazione montanara del paese, cattolica e conservatrice, non apprezzava la prorompente presenza dei simboli comunisti.

I tedeschi, allarmati da questa “fortezza” situata alle spalle delle loro linee difensive, attraverso il Generale Messerle, che comandava il dispositivo tedesco nel sud Emilia, cercarono di arrivare ad una tregua con il comandante partigiano, ponendo precise condizioni, che però non venne accettata. Le conseguenze di questo rifiuto furono disastrose: i nazifascisti ricorsero quindi al rastrellamento e tra il 20 ed il 30 Luglio circa si susseguirono una serie di scontri che portarono alla battaglia contro il paese montano: il 28 Luglio le forze italo-tedesche cominciarono la loro avanzata verso la fortezza, di lì a poco la Repubblica sarebbe caduta.


Nel paese è presente un museo, sito in via Rocca 1, che racconta la storia di quei luoghi e della Repubblica.


Fonti:

  • www.resistenzamontefiorino.it

  • www.wikipedia.it

  • www.storiaememoriadibologna.it

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