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La miccia che portò all'aumento delle stragi: il proclama di Kesselring.

L’armistizio dell’8 Settembre 1943, come ben sappiamo, aveva portato alla nascita della Resistenza e delle formazioni partigiane che, man mano che passava il tempo, iniziarono a scontrarsi con le divisioni tedesche in sempre più occasioni; nel Luglio del 1944 gli scontri tra alleati e nazifascisti si attestarono tra Lazio, Toscana e Marche (solo ad Agosto, con lo sfondamento del Metauro attraverso l’Operazione Olive, i combattimenti sarebbero arrivati sulla Linea Gotica). Questo aumento di guerriglia partigiana probabilmente è da imputare anche ad un proclama del Generale Alexander, diramato nel Giugno di quello stesso anno, che incitava i patrioti italiani a creare azioni di disturbo per aggravare ulteriormente la confusione che regnava suoi luoghi di combattimento ed a sorprendere il nemico nazifascista alle spalle così da avere la possibilità di fuggire alla reazione nemica per poterne uccidere altri. Kesselring, allora Comandante in capo del fronte Sud, fece seguire agli ordini dell’inglese un suo discorso nel quale incitava i tedeschi alla lotta più dura, innescando così la miccia che scatenò alcune tra le stragi più efferate compiute dai tedeschi (prime fra tutte quella di Sant’Anna di Stazzema (LU) avvenuta il 12 Agosto 1944 e l’eccidio di Marzabotto (BO) che si prolungò dal 29 Settembre al 5 ottobre 1944). Sosteniamo ciò perché al punto 2 si parla di prendere degli ostaggi in quei luoghi dove ci sia azione partigiana e di “passarli alle armi” tutte le volte che si verifichino atti di sabotaggio in quelle zone; al punto 3 Kesselring invitava ad atti di rappresaglia, comprendenti anche il bruciare le case poste nella direzione in cui si sentano provenire spari rivolti verso i ripari e i soldati tedeschi; il punto 4 autorizzava i nazisti ad impiccare sulla pubblica piazza coloro che si rendevano responsabili di omicidi o coloro che erano ritenuti capi di bande armate; il punto 5 invece si rivolge alla popolazione, che veniva ritenuta responsabile nel caso in cui ci fossero stati intralci di qualsiasi natura alle azioni tedesche.

Come possiamo intuire, anche i civili che non avevano a che fare con i partigiani rischiavano comunque la vita: il Feldmaresciallo aveva dato ordine di rastrellare, prendere in ostaggio ed uccidere chiunque perché, già in un suo discorso del 17 Giugno, aveva dichiarato di ritenere la popolazione responsabile della presenza delle bande armate, iniziando ad intensificare la tattica degli eccidi. La salvezza in quel periodo era una cosa molto labile.

Il CLNAI definì questo proclama come un “parto della paura per la prossima inevitabile sconfitta”. Il fronte si stava avvicinando alla via Emilia e quindi alla Linea Gotica, Kesselring probabilmente voleva ripulire le retrovie dalla minaccia ribelle.

Qui sotto vi proponiamo il manifesto che venne affisso nelle città con il proclama di Kesselring ed un articolo del Resto del Carlino del 30 Luglio 1944, in cui è riportato il discorso del Feldmaresciallo con l’aggiunta degli ordini impartiti alle truppe tedesche.



Fonti:

  • www.bibliotecasalaborsa.it

  • www.memoriadibologna.comune.bologna.it

  • www.archividellaresistenza.it

  • www.mymilitaria.it

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