Siamo nel pieno dell’estate 1944 quando l’attività partigiana operatrice nell'area apuano-lunigianese cresce e costruisce una rete di difesa a ritmi sostenuti. Molti giovani provenienti dalla Lunigiana (Toscana), da Carrara, dalla Val di Magra e da La Spezia decidono di unirsi per contrastare la situazione, il loro obbiettivo è quello di riuscire a tenere il controllo sul territorio, comandato ormai dalle autorità fasciste. Queste giovani formazioni nascono con lo scopo di ostacolare i lavori di fortificazione lungo la futura Linea Gotica definita anche la Linea Verde
Durante l’Agosto del 1944 prende servizio nell'area apuana stabilendo Fosdinovo come comando centrale; la 16° SS-Panzer-Grenadier-Division “ReichsÜhrerSS” comandata dal generale Max Simon lo scopo principale del loro operato è quello di rendere più sicura possibile la zona per i tedeschi isolando i partigiani, nel fare questo tipo di lavoro colpiscono e terrorizzano i civili.
Siamo all'anniversario di una data importante, accadeva come in questi giorni, più precisamente il 2 Agosto del 1944 mentre si dirigono verso Marciaso (una piccola frazione del Comune di Fosdinovo) alcuni soldati tedeschi appartenenti alla SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsfuhrer-SS” guidati dal tenente Fischer per verificare un controllo sulla presenza di un possibile movimento partigiano durante questa verifica a poca distanza da Fosdinovo la colonna tedesca coglie di sorpresa una pattuglia composta da otto uomini della formazione partigiana “Ulivi” in località Lama nei pressi del passo della Spolverina. Il conflitto è breve ma molto acceso i partigiani hanno la meglio, sequestrano due veicoli tedeschi, e né bruciano un terzo, i militari a bordo riescono a fuggire all'agguato. Quest’ultimi riescono a raggiungere il comando tedesco di Fosdinovo, comunicando ai loro superiori l’attentato subito da parte dei partigiani; il giorno successivo Domenica 3 Agosto 1944 i tedeschi partono alla volta di Marciaso per recuperare le vetture rubate dai partigiani e per vendicarsi dell’attacco subito.
I soldati tedeschi non conoscono la zona e quindi si sono trovati a Carrara e non a Marciaso, ma proprio da questo loro errore riescono a recuperare i camion ricercati, anche se privi di ruote riescono a recuperarli. Tutto sembrava fosse risolto, nel pomeriggio i tedeschi ritornano verso Fosdinovo, ma nel tratto prima del ponte di Trabatora il gruppo partigiano di Cecina attacca il piccolo convoglio scaricando contro i soldati tedeschi il loro mitra. Il risultato? Pessimo, ai soldati tedeschi non successe nulla, nemmeno un ferito, ma questo scatena la loro rabbia e provocherà di li a poco a Tragedia di Marciaso.
A questo punto i tedeschi potevano rispondere al fuoco e invece rientrarono come nulla fosse al loro comando di Fosdinovo, durante la notte le SS circondano Marciaso, cogliendo di sorpresa il paese, prelevano 36 persone: uomini, donne e giovani, con l’intendo di ucciderli. Decisivo è l’intervento da parte del Capitano delle Brigate Nere: Francesco Benemè, il quale diede ordine di trasferimento piuttosto che di uccisione; così gli ostaggi vengono portati al comando di Fosdinovo.
I tedeschi decidono di dare due possibilità al paese di Marciaso: la prima consiste nell’uccisione immediata di tutti gli ostaggi, la seconda distruzione totale del paese. La scelta è stata la salvezza delle persone, scelsero la distruzione delle proprie case.
I tedeschi riducono il paese di Marciaso ad un cumulo di macerie devastato dalle fiamme e dalle mine, utilizzano per distruggere tutto 40 quintali di tritolo. Non contenti di ciò caricano sui loro camion due prigionieri come ostaggi, per assicurarsi che non vi erano più partigiani; i tedeschi vanno avanti e indietro per il paese seminando terrore con uccisioni indiscriminate e depredando. Uccidono alcune persone, le più indifese, vecchi e malati che non hanno potuto mettersi in salvo.
Vittime di questa rappresaglia sono:
Forti Angelo Giuliani Angelo Ronconi Luigi Rossi Giovanni
Fonti:
www.marciaso.it
www.regione.toscana.it
www.toscananovecento.it
www.archividellaresistenza.it