L’antico mestiere del Mulattiere che ogni giorno assieme ad animali intelligenti percorre ripidi sentieri hanno anticipato lo sviluppo delle reti stradali e per molto tempo sono stato il mezzo di comunicazione tra i paesi e la campagna con la lavorazione nel bosco portando la legna a valle.
Il mulattiere era un mestiere
particolare, legava l’uomo all'animale e alla natura. Il mulattiere prestava attenzione e cura verso il mulo, quest’ultimo era una risorsa e il sostentamento per la famiglia. Quando il mulo per svariati motivi veniva a mancare era un vero e proprio dramma!
L’animale veniva preparato con cura per il trasporto: si cercava di mettere la paglia ben mantenuta sotto la sella per evitare la formazione di piaghe da decubito sul dorso del mulo, il pelo era sempre ben curato strigliato e pulito quotidianamente, la criniera veniva accorciata, gli zoccoli venivano curati, si poneva un telo impermeabile arrotolato per coprirlo in caso di pioggia. Avvolte poteva succedere che la bestia si azzoppava o si feriva: era compito del mulattiere curarlo preparando una miscela di olio bollito e cenere di paglia, per cicatrizzare. Se l’animale aveva un problema alle gengive e non poteva mangiare era premura pulirle con un legno appuntito, così che l’ infezione non creasse danno.
Il problema vero e proprio nella pratica di questo mestiere era nel periodo invernale quando a causa della pioggia le strade erano difficili da percorrere a causa del fango, le bestie e gli uomini si affondavano fino al ginocchio.
Inserisco e propongo all'interno di questo breve articolo sugli “usi e consumi” del territorio fivizzanese una parte dell’intervista sì realizzata da Roberto Olivieri sul giornale La Nazione in data 30 giugno 2016. L’intervista fatta a Claudio e Massimo Ginesi:
“E’ in località Passeruola, lungo la Nazionale del Cerreto, che incontriamo la famiglia Ginesi la cui occupazione è il taglio dei boschi e la vendita di legna da ardere. Nonostante abbiano trattori e camion per il trasporto del legname, i Ginesi usano ancora «una batteria» di muli per caricare cataste di cerro e carpino dai boschi più impervi fino a condurle lungo la strada dove ci sono i mezzi meccanici.
NOI SPIEGA« Claudio - viviamo grazie al bosco; ci preme pertanto portargli rispetto. Nelle balze più impervie, dove per trasportare la legna tagliata non si può giungere con i trattori e bisognerebbe usare la ruspa, deturpando l’ambiente , usiamo i muli». Questo animale, frutto dell’incrocio fra l’asino stallone e la cavalla, ibrido sterile, è leggendario per la forza e la capacità di sopportare i lavori gravosi che l’uomo gli affida fin dall'antichità. «Il mulo- confermano i Ginesi - è un’animale forte e intelligente. A tre anni ,quando la sua struttura psico-fisica è ultimata, lo si addestra al lavoro affiancandolo ad esemplari più anziani ed esperti. Un dressaggio che dura alcuni mesi e l’animale impara il compito. I muli possono portare carichi molto pesanti ma noi non oltrepassiamo i 150 chili per viaggio; è un peso con il quale queste bestie, che non conoscono le vertigini, possono trasportare la legna nei boschi più impervi senza ferirsi o soffrire di piaghe da decubito, che si formano portano un peso eccessivo. Controlliamo sempre sia il basto che i finimenti, che non lacerino la pelle degli animali, spalmandoli di grasso in modo che non rimangano feriti».-
Lavorare con i muli, presuppone una tecnica precisa?
«Certo-replica Massimo- : il mulattiere arriva sul bosco in sella al primo animale, “la cavalcatura” e gli altri al seguito; s’inizia a caricare il “mulo guida” che è l’ultimo della fila. E’ l’animale più fidato che appena caricato, da solo si porta in testa in attesa che anche gli altri siano caricati. Quando sono tutti pronti, ”la guida” che conosce il sentiero, procede senza il controllo del padrone, con gli altri muli in fila indiana».
Ma non è un lavoro pesante, pericoloso e fuori del tempo?
«Con o senza animali-precisa Claudio Ginesi- il lavoro del bosco è massacrante e pieno di pericoli. Noi usiamo macchine moderne ma siamo affezionati ai nostri muli. Percorrendo boschi e attraversando torrenti in sella a loro, una volta abbiamo incontrato il lupo. Gli animali selvatici fuggono quando sentono il rombo di fuoristrada e trattori, ma considerano naturale il rumore degli zoccoli. E stando in sella riusciamo a scorgere nei boschi più folti, porcini bellissimi. Tanti non afferrano i motivi della nostra scelta:facciamo i taglialegna, professione dura, carica di rischi e gravosa. Ma ne conosciamo anche gli aspetti positivi: il contatto diretto con la flora, la fauna,il condividere fatiche e momenti di spensieratezza con i nostri splendidi muli. E’ appagante. Sono valori ancestrali che ci portiamo dietro, trasmessi da chi ci ha preceduto ,valori che non vogliamo perdere. E dove noi operiamo, siamo custodi della Natura».”
CLAUDIO E MASSIMO GINESI INSIEME AI LORO MULI
Durante la manifestazione “Sapori 16’” avvenuta il 2/3/4 Giugno 2017 a Fivizzano sono stati premiati Massimo Ginesi, Lucio Burroni e Marcello Giancaterina i quali portano avanti l’antico mestiere del mulattiere dimostrando interesse e amore per questo lavoro, e portando rispetto dell’ambiente.
FOTOGRAFIE DEI MULATTIERI
DURANTE IL PERIODO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Fonti:
www.ecodellalunigiana.it
www.lanazione.it
www.wikipedia.org